Splende
il sole sulla Kay ma le ultime giornate sono state un po’ funestate da un
“fuori servizio” turnato dei tre bonfantiniani. Prima Riccardo con un malessere
iniziale, poi Matteo messo k.o. per un’intera giornata e ora il prof. che si è
giocato l’uso delle mani per qualche ora. C’è tanto da fare alla Kay, le piante
richiedono energiche potature e cure ma anche le casette reclamano urgenti
lavori strutturali che qui si deve imparare ad eseguire considerando mille
“ma”, mille “se” e la possibilità di lavorare con attrezzature elettriche solo
quando il sole è alto, e l’energia possa essere catturata dai pannelli solari.
Tra i quasi 130 bimbi della Kay, intanto, si sta diffondendo la varicella che
li rende un pochino spenti per qualche giorno ma pur sempre presenti e pronti
ad aiutare a stendere il cemento… con le mani, a scavare buche nella terra… con
le mani, a pulire attrezzi intrisi di colle, cementi… con le mani. Le stesse
mani che al risveglio, alle 5 del mattino, ti cingono e reclamano un affetto
così spontaneo e bello che ogni fatica possa già essere accantonata
all’istante.
Le mani di Katherline, bimba di 9 anni appena, bloccata su una
sedia a rotelle, che nutrono i più piccoli all’ora di cena.
Le manine di
Dieudonè che sembra aver dimenticato tutte le notti passate in piedi due anni
fa a “svuotare biberon”, che ora cingono il collo del prof. o salutano con il
pugnetto faticosamente aperto.
Le mani dei bebè che si incrociano nell’ora della
nanna.
Le mani dei piccoli che salutano prima che il loro “trenino” parta per
il vicino asilo.
Qui
si incrociano le vite di tre ometti malmessi, con le manine di questi bimbi che
crescono insegnandoci che nel momento di malessere non serve lamentarsi ma il
sorriso può davvero cambiare in meglio ogni cosa. La semplicità sconvolge i
piani, stravolge una misura troppo rigida, apre un orizzonte nuovo.
prof. G.
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