giovedì 31 marzo 2016

MANI


Una mano, anche vuota, a volte è di grande aiuto. È questo che in qualche modo passa per la testa dei due “nuovi arrivati”. Atterrano nella confusione haitiana in questo inizio della stagione secca, calda e ricca di zanzare. Planano sulla pista della capitale haitiana e incontrano il mondo caraibico nelle sue contraddizioni e nella sua stupefacente confusione. Le domande affollano la loro mente ma è già ora di mettersi al lavoro e, dopo una prima ricognizione di ciò che è necessario con il prof. Belloni, ecco che i bebè della Kay si fanno avanti con la loro consueta sfacciataggine… pappe, biberon e cambio pannolini! Alè! Anche questo richiede l’esperienza haitiana! E allora le mani si mettono in moto e cominciano a produrre il bello facendo germogliare la novità negli occhi dei ragazzi che lavorano per la Kay, lo stupore in quelli di Giulia e Matteo e la frenesia in quelli dei due prof. indaffarati l’uno con le mani tra terra e piante tropicali, l’altro tra pennelli, pannolini e quel che c’è da fare! 
Ed ecco che si osservano le mani sporche di quella terra nera riportata per far nascere la nuova vita, quelle appena lavate per nutrire un bebè, quelle pasticciate dai colori delle figure che stanno nascendo sui muri della Kay, quelle di due uomini per mano, semplicemente due amici: qui si usa così, l’amicizia tra due uomini o tra due donne è forte se passeggiano tenendosi per mano. Stupisce anche questo per la nostra mente relegata ad altri concetti ma tutto sembra prender forma. E allora queste mani sembrano essere il primo passaggio di molte situazioni che spesso passano inosservate ma restano di grande valore: una stretta di mano simbolo di conoscenza, il tendere una mano che è sinonimo di aiuto, una carezza data come dimostrazione di affetto, il tenersi per mano per la paura di perdersi, battere le mani come simbolo di approvazione. E allora quaggiù, tra il mare di Jack Sparrow e la grande America, ci ricordiamo di usare le mani per tutto questo e mai contro qualcun altro, perché quello è l’unico modo negativo che hanno di mostrare qualcosa.

prof. G.

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