I giorni passano e arriva anche la tanto attesa domenica. Ma
questa volta non c’è riposo dalla lunga settimana di lavoro. Il tap-tap è già
pronto tra le polverose strade della bidonville
diretto alla montagna con il quartiere di Petionville, sede, tra le altre,
della nunziatura apostolica. Un tragitto in una realtà oramai familiare: i
colori accesi degli edifici in muratura tra ferri e lamiere arrugginite, la
strade (o presunte tali) affollate sin dall’alba: c’è chi ripara pneumatici di improbabili mezzi,
chi salda il ferro per qualsivoglia manufatto. Nel caos del traffico alcuni
bimbi si avvicinano alle auto, decisi a pulirle con la speranza di ottenere una
moneta, un sacchetto d’acqua, un qualcosa da metter sotto ai denti.
Petionville si avvicina e il paesaggio cambia, l’aria si fa
meno pesante, si respira meno diossina e le strade si inerpicano per la
montagna. La nunziatura sorge in un grande giardino botanico con specie
tropicali, ordinatamente disposte a rendere un angolo di questo mondo bello,
accogliente, silenzioso. Si celebra la messa domenicale all’ombra di grandi
alberi esotici. La lingua è un limite importante ma qualcosa riusciamo a capire
anche noi sprovveduti delle conoscenze dell’idioma di queste terre. L’ambiente
che circonda stride con quello della bidonville
di Waf Jeremie, appaiono camicie, seppur consunte, cravatte e eleganti abiti
coloratissimi… non fa per noi!
Oramai ci sentiamo a nostro agio a “casa” tra
le baracche e l’essenzialità ai margini della capitale haitiana, nella bellezza
della Kay. C’è tanto da fare e il completamento della casetta dei piccoli
ospiti orfani della Kay è prioritario! Diamo colore, rulli e pennelli alla
mano, colori citrouelle e accent joune in faccia e sulle braccia e al lavoro! Piastrelle da
attaccare, tubature da rivedere, fosse da spurgare… ma durante il lavoro sono
le “piccole presenze” della Kay a coccolare i tre bonfantiniani: sorrisi che
incontrano, manine che aiutano, voci che rallegrano.
Si arriva stremati a sera, il sole già è sceso dietro l’orizzonte
del Mar dei Caraibi. Ricky decide di godersi questi istanti ma perde, per
qualche attimo, il saluto della grande palla incandescente. L’acqua, è il momento
dell’acqua! Una doccia! Ma… nulla da fare! Le cisterne pare siano vuote, il
camion che doveva passare il controllo dei banditi di Waf non arriva. È successo
qualcosa? I banditi hanno creato disordini? Nulla da fare, non arriva, forse un
guasto ma di acqua per stasera pare non ce ne sia! Ma tre bonfantiniani si
possono arrendere così??? Le conoscenze di idraulica del prof. (zero ma con un non se che di intuitivo!!!),
quelle di fisica di Matteo e Riccardo (un pochino di più, mosse da spirito di lavaggio!) mettono in moto le
conoscenze. Si sale sulla cisterna nel buio della notte, al chiarore di una
luna sempre bellissima! La luce di un telefonino nella cisterna. Non è vuota è
tappata!!! Un animale, residui di un’acqua non propriamente limpida, bah,
chissà! Creiamo un vuoto, arrampichiamoci sull’imbocco, sturiamo lo sturabile,
soffiamo nell’improponibile tubatura per l’aria… tutto ribolle e… acqua sia!
Una doccia è garantita. Sia chiaro “doccia” in senso lato, ma pur sempre acqua
è!
E la tavola si imbandisce di prelibatezze nostrane: pollo e
patate sono la più bella ricompensa condivisa nella gioia di una festa per un’altra
volontaria che condivide il nostro cammino.
E intanto sulla Kay e su Waf scende un acquazzone tropicale,
al chiaror di luna in un silenzio inusuale che non durerà se non qualche oretta…
alla Kay tutto è silenzio e si aspetta il giorno che verrà!
Matteo
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