Risanato il piccolo (e breve) malessere “caraibico”, è
arrivato il momento di dare tutto per recuperare il tempo perduto. Al risveglio
brutte notizie: batterie scariche! L’intenso lavoro di ieri ha consumato
parecchie risorse e così siamo costretti ad attendere l’aiuto del sole!
Sbrighiamo le operazioni mattutine al buio. Colazione lampo a base di… acqua
fredda e the non infuso, e che il lavoro abbia inizio!
Le parole non servono più oramai: Riccardo ed io con stucco e
rullo, e il prof. con i colori ad olio per ravvivare i disegni martoriati dagli
attimi di “artisteria” dei piccoli ospiti della Kay con ogni utensile utile ad
apportare modifiche! È impressionante come qui non ci si senta mai soli, nell’aria
echeggiano canzoni ormai note, ci si sente a casa.
Non è facile guardare negli occhi questi bimbi, hanno tutti
qualcosa da raccontare, non è possibile colmare quel bisogno di affetto che si
percepisce in ognuno di loro. Non può bastare un abbraccio o un sorriso, ci
vorrebbe qualcosa di più, ancora, e ancora…
È quella necessità innata in ognuno di noi ma che qui si
rivela in tutto e per tutto nella sua essenza: sono gli abbracci che non
vengono risparmiati e le piccole pesti ringraziano. Da quando siamo arrivati il
desiderio di assistere allo spettacolo del tramonto sul Mar dei Caraibi, ci
gira per la testa, e ora… sembra sia arrivato il momento. La nostra ultima
occasione per ammirare e assistere a qualcosa di indescrivibile. Mettiamo per
un attimo il lavoro in stand-by e ci incamminiamo verso il mare. L’occhio viene
richiamato da qualcosa in cielo: un aquilone! Un bellissimo aquilone
artigianale fatto di matite colorate che vola alto nel cielo arancione di Port
Au Prince. Mi guardo attorno e mi stupisco del gran numero di bambini che
popolano l’immensa bidonville e che
si riversano qui: non è davvero “facile” per loro.
Il sole attende il nostro arrivo per cadere dietro la linea
blu del Mar dei Caraibi. Affonda in questo mare, in questo istante in cui la
testa si svuota, così come il corpo si alleggerisce di ogni fatica. Si può solo
esser contenti per la grande occasione ricevuta di aver incontrato questa
gente, conosciuto questi luoghi straordinari. Pian piano il sole svanisce all’orizzonte
e noi possiamo far ritorno alla Kay.
Al nostro ritorno suor Marci, nel buio della sera, è determinata a concludere un lavoro che davvero non può essere rimandato… si collabora tutti insieme, il lavoro va concluso, siamo determinati ad andare via da qui con un pezzetto concluso. Ci bastano sguardi per capirci e intenderci. Nel buio della sera, cazzuole alla mano, stucco e via che si lavora ancora… era solo uno stand-by!
E poi, tra il vento che sposta le fronde e le grandi palme
che ci circondano, il lamento di una bimba immediatamente placato dal giungere
del sonno, mi rendo conto che domani sarò già in un altro mondo, in quello che
sento il “mio” mondo, dove porterò quello sguardo che qui è stato ravvivato,
per essere grato a questo dono ricevuto nella terra delle Antille.Al nostro ritorno suor Marci, nel buio della sera, è determinata a concludere un lavoro che davvero non può essere rimandato… si collabora tutti insieme, il lavoro va concluso, siamo determinati ad andare via da qui con un pezzetto concluso. Ci bastano sguardi per capirci e intenderci. Nel buio della sera, cazzuole alla mano, stucco e via che si lavora ancora… era solo uno stand-by!
Matteo